L’importanza strategica della prevenzione e la necessità di adeguati investimenti in questo settore continuano a essere, in Italia forse più che in altri Paesi, ancora sottostimate.
Sebbene gli interventi realizzati dal Governo negli ultimi anni, inclusi i Piani Nazionali della Prevenzione, sembrino indicare un’importante inversione di tendenza, la convinzione, tra gli studiosi di sanità pubblica e gli operatori del settore, è che il cammino da fare per il raggiungimento di una prevenzione realmente al passo dei tempi sia ancora lungo.
In quest’ottica si inserisce l’iniziativa della Fondazione Smith Kline, nell’ambito delle attività istituzionali dedicate alla propria area operativa di medicina preventiva e in collaborazione con la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), di pubblicare anche quest’anno il tradizionale Rapporto Prevenzione, suddiviso in una prima parte dedicata alle attività dell’Osservatorio Italiano sulla Prevenzione (Oip) e una seconda relativa a uno specifico tema di approfondimento.
Il volume si apre con l’aggiornamento delle attività dell’Oip, che ha raggiunto una copertura che supera l’80% delle strutture di prevenzione a livello nazionale e che si va configurando sempre più come un centro di monitoraggio stabile sulle attività di prevenzione in Italia, uno strumento diventato fondamentale sia per la dimensione della copertura dell’indagine sia per l’unicità della sua configurazione.
La seconda parte è dedicata alle “buone pratiche in prevenzione”.
Il Rapporto Prevenzione 2015 già conteneva una sezione denominata “Dalle buone pratiche agli Ipest: un nuovo strumento per la prevenzione efficace”, che presentava le Ipest (Interventi Preventivi Efficaci, Sostenibili e Trasferibili) come modello di prevenzione efficace.
Il Rapporto 2017 ripropone il modello insieme a sei nuove Ipest: anche se deve essere ancora considerata un’esperienza pilota, supera alcuni limiti della prima, per esempio attraverso la condivisione dell’Ipest con chi (operatori sanitari e della prevenzione) dovrebbe avvantaggiarsi di questo strumento per la pratica quotidiana; i nuovi Ipest sono quindi un consolidamento del modello che attende ora di essere implementato su scala più ampia.