Eliminiamo quell’avverbio “possibilmente”, i servizi dei Dipartimenti di prevenzione devono diventare unità operative come nel 1992 ha previsto la riforma Dlgs 502. Le quattro gambe del Dipartimento – Sanità veterinaria e Sicurezza alimentare, con Igiene pubblica e Sicurezza sul lavoro – sono servizi ultraspecialistici non delegabili ad altre professionalità e molto i Dipartimenti possono fare per migliorare la qualità della nutrizione per gli italiani, che oggi appare intaccata dalla crisi». A prendere posizione è Ernesto Cappellano coordinatore di Cosips, il settore dei medici territoriali del sindacato Cimo. L’articolo 18 del Patto Salute prevede che le strutture di sanità veterinaria e sicurezza alimentare possano essere considerate complesse. Ma ammette che le regioni pongano vincoli alla trasformazione dei servizi del Dipartimento in unità complesse, specie ove si trovino sotto piano di rientro: «Un’indicazione che porterà ad abbassare la guardia dal punto di vista della sicurezza nutrizionale, se non in tutte, nelle regioni meno ricche, e che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di questi servizi», dice Cappellano. «Solo nel Lazio il piano di rientro ha colpito con il blocco del turn-over proprio i 12 dipartimenti di prevenzione, che non assumono dal 2006. Ma dati simili riguardano altre realtà, proprio in un momento in cui del nostro lavoro c’è sempre più bisogno».
Cappellano si riferisce allo studio Cnr-Siprec “Impatto della crisi economica sulla prevenzione cardiovascolare” che confronta dati del quadriennio 1998-2002 e 2008-2012, evidenziando come in dieci anni nelle fasce di età più istruite sia diminuita la prevalenza di diabete e soprattutto ipercolesterolemia, mentre nelle fasce meno scolarizzate i dati sono opposti ed evidenziano una crescita dei fattori di rischio principali. Cappellano ricorda come «i programmi di educazione alimentare Occhio alla salute e Occhio alla ristorazione portati avanti dal personale dei dipartimenti di prevenzione, e attivati con incontri nelle mense aziendali e scolastiche, stanno dando risultati evidenti nell’abbattere l’obesità nelle fasce d’età minori, e proprio in quella scuola primaria che è il primo mattone nell’istruzione di un cittadino. Ma la prevenzione resta un settore guardato con distacco dalle istituzioni perché questi programmi non hanno esiti immediati né spettacolari, i soldi investiti non pagano politicamente nel breve periodo». E se da una parte bisogna fare autocritica («i singoli servizi dei dipartimenti in qualche caso non hanno prodotto sinergie», dall’altra ogni figura ha una specificità non derogabile: «Il veterinario sorveglia la sicurezza degli alimenti d’origine animale, l’igienista la sicurezza dell’impatto degli alimenti sulla persona dal punto di vista igienico e nutrizionale. Sono mission diverse da saper collegare e, insieme, preservare».
Mauro Miserendino